Nessuno dei fratelli Meazzi sapeva suonare o aveva alcuna conoscenza musicale. La loro fu un’avventura tutta imprenditoriale che ricorda per molti aspetti quella di Oliviero Pigini. Strategie internazionali, produzione esternalizzata, utilizzo dell’endorsement per il marketing e diversificazione degli investimenti.
Meazzi fondò infatti la EDM Edizioni Discografiche Meazzi e diverse etichette (Hollywood, Panoramic Record, Astraphon) e non dismise mai il reparto orologi da cui pare si fornisse anche Celentano nella sede romana attigua all’edizioni musicali.
Meazzi fu anche elettroniche, impianti voce, i primi con eco a nastro, distribuzione di tastiere marchigiane e aveva in catalogo tutta la gamma di strumenti per orchestrali. Nel ’69 termina la produzione di chitarre e bassi elettrici ma già nel catalogo del 68 troviamo la distribuzione di chitarre Eko, Brandoni, Moreschi e Beccacece.
Negli anni successivi Meazzi si dedica sempre più all’amplificazione, agli accessori, alla distribuzione di marchi esteri sul territorio nazionale. Sono gli anni di via Bellerio prima, Paderno Dugnano in seguito.