Bartolini mod. 20V
Jack Marchal
This is the epitome of the very first generation of Bartolinis, with a set-neck, the non adjustable bridge and the generic tremolo tailpiece like all non-Eko solid-bodies from Castelfidardo-Recanati had in 1962-63.
In addition to the fret dot markers all of equal diameter, the grating on pickups and the fancifully decorated pickguard, there is another special feature that defines the ‘Bartolini standard’: the pickguard shape. Its upper part follows the body outline and the lower left side runs parallel to the bridge on a straight line. In fact this will be the longest lasting feature of the Bartolini standard, often duplicated by other brands of the B+G galaxy (early Morbidonis for instance). Please notice also the exquisitely designed Venetian Gothic truss-rod plate.
Since the top is decorated with a pattern that loosely imitates wood, another faux wood has been applied to the back (following a non-written rule that was always respected by Italian makers in the glitter celluloid era). Some kind af an ironical tribute paid by plastics to wood…
Virtually all early Bartolinis are in Europe, first of all Italy and Germany, a few ones in France and Benelux. I fact I seriously doubt they were distributed at all in USA. This extraordinary specimen in mint condition is part of Hille’s collection (in the Netherlands), one of the most impressive concentrations of rare Italian guitars in their earliest versions.
Italiano
Ecco l’epitome della primissima generazione Bartolini, con manico incollato, il ponte non regolabile e il vibrato generico, del tipo che ebbero tutte le solidbodies marchigiane del 1962-63.
Oltre ai segnatasti tutti di diametro uguale, i pickup a griglia e la fantasiosa decorazione del battipenna, c’è un’altra caratteristica che definisce lo ‘standard Bartolini’: la sagoma del battipenna: la parte superiore segue il contorno del corpo, la parte inferiore a sinistra è diritta, parallela al ponte. Questa caratteristica sarà la più longeva nelle evoluzioni dello standard Bartolini.
Essendo il fronte decorato con un motivo che imitava il legno, un altro pseudolegno è stato applicato sul retro (secondo una regola non scritta ma sempre rispettata dai costruttori italiani negli anni del celluloide). Come un ironico tributo della plastica al legno…
In pratica tutte le primissime Bartolini sono in Europa, soprattutto in Italia e Germania, ogni tanto in Francia e Benelux. Questo straordinario esemplare, rimasto come nuovo, appartiene alla collezione di Hille (in Olanda), una raccolta fra le più impressionnanti di rare chitarre italiane in versioni arcaiche.
JM
Le più belle e le più famose Bartolini sono le primissime con celluloide a brillantini, tastiera madreperlata (come le primissime Hagström) e la paletta a forma di pesce (non troviamo altra analogia per descriverla). Vista l’evoluzione dell’hardware parallela a quella delle prime Welson, la datazione si può fare con approssimazione accettabile senza carbonio 14. La tastiera in plexiglas era lavorata internamente da dei blocchi tagliati a misura della Guzzini. A differenza di Gemelli che incollava i tasti singolarmente nel plexiglas pretagliato, Bartolini mise a punto un sistema per montare tutti i tasti contemporaneamente tramite il calore.
Sui primi modelli con manico incollato la regolazione del truss-rod è alla paletta, su quelli col manico avvitato vicino al corpo. Quando si passò a fare ben più tradizionali manici con la tastiera in legno Bartolini adottò la soluzione di avere la regolazione sia al manico che alla paletta. Uno dei pochi, se non l’unico, costruttore a farlo.
fine 1964
con la spalla mancante più scavata
1962-63
con il vibrato generico e il ponte non regolabile
1963-64
con vibrato specifico e ponte regolabile
Bar 4V
4V
Universal – Castelfidardo
Layolo – Torino
Paolo Soprani
Vivona
Il marchio Vivona che appare su alcune chitarre è fortemente legato al mondo della fisarmonica. Infatti apparteneva alla Vivona Accordion Co., società di Detroit fondata nel 1933 da Isidor Vivona.
Alfredo Bartolini nelle sue ricerche ha notato che il marchio Vivona con l’aquila e lo scudo è proprio uguale a quello delle fisarmoniche prodotte da Alvaro Bartolini e distribuite in USA dal signor Roberto Rosciani oltre a quelle della Russo Accordion, commercializzate anche come Russette.
Sembrerebbe che il logo appartenesse a Rosciani che si riforniva da Bartolini e che sia stato ceduto a Vivona che si limitò a sostituirvi il nome.
DEGA
No name on top. The Alberto Morbidoni marking shows with exquisite discretion only on the rear of upper horn and says a lot on just a square inch : name and first name, location (Castelfidardo), nationality, core business (accordions), logo (a horse-shoe), tradename (Dega) with translation in music notation (D-E-G-A)…