Raimondo Guzzini e Oliviero Pigini, Hong Kong 1965 ca
Hotel Eko – Fano
Gli anni della gloria coincidono con il periodo di massima espansione dell’azienda e la produzione per Vox. Nel 65 i Beatles arrivano in Italia. È il boom di vendite e di esportazioni.
Escono di scena i modelli in celluloide. Le solidbody sono rappresentate nella gamma dalla 800 e dalla più economica 600.
Pigini inizia a disegnare l’intera nuova gamma Eko. Decide di cambiare il nome ai modelli e sulla falsa riga del mercato automobilistico rinomina i vecchi modelli e battezza i nuovi. Non più sigle autoreferenziali ma un vasto bestiario fatto di Cobra, Condor, Barracuda, Dragoni a cui vengono affiancati marziali cadetti e lancieri.
Con un gruppo di capelloni si inaugura il primo modello signature della Eko, la Rokes e a ruota le Kappa, Auriga, Chitarre della Pace e Balestre.
Per gestire un così rapido rapido sviluppo il 15 giugno del 1966 venne costituita la società Comusik a Roma che permise a Pigini di scorporare definitivamente l’attività di commercializzazione da quella di fabbricazione del prodotto: alla Comusik viene infatti demandata per intero la vendita degli strumenti Eko e Vox e degli organi della statunitense Thomas. Nello stesso anno viene fondata la Genim, società immobiliare con accomandante in Lussemburgo per gestire gli investimenti immobiliari come l’albergo Eko a Fano in via Belvedere 4, nelle intenzioni di Pigini doveva essere l’albergo della musica e degli artisti.
Sempre nel 66 Eko, Vox e Thomas, insieme con la Danieli di Milano, si raccolgono sotto un unico marchio di distribuzione la Eme – Elettronica musicale europea per affrontare le nuove sfide di una richiesta che si faceva sempre più importante: le tastiere elettroniche.
Nell’aprile 1966 un incendio distrugge parte dello stabilimento di Recanati e si fecero rientrare tutti i semilavorati presso i terzisti, anche le giacenze degli strumenti ricoperti di celluloide, e si iniziò l’assemblaggio con pezzi più recenti.Pigini avvia l’edificazione di una nuova fabbrica nella vicina Montecassiano. Non riuscirà a vederne completati i lavori: muore infatti all’inizio del 1967.
La scomparsa di Pigini coincide con l’inizio della crisi del mercato a causa della concorrenza asiatica e per alcune scelte non proprio preveggenti. La Eko aggiorna e diversifica la produzione sotto la guida di Augusto Pierdominici, puntando tutto sugli strumenti musicali elettronici e gli effetti incorporati come nelle chitarre Vox. Soluzione questa che il mercato avrebbe definitivamente bocciato.
Progetto dello stabilimento della EKO da costruire a Montecassiano (MC) dopo l’incendio dell’aprile 1966 che aveva distrutto la fabbrica di Recanati, 1966 ca (Tecnostampa, Fondo Oliviero Pigini)