Nel 1959 Vox distribuisce le sue prime chitarre elettriche probabilmente fatte in Asia
Alla fine del 1960 appaiono 5 modelli elettrici: Ace, Duotone, Soloist, Clubman, Stroller e due bassi: Contour e Bassmaster. Strumenti economici fatti in Inghilterra dalla Stuart Darkins and Co..
Alla fine del 1961 Tom Jennings rivoluziona il design delle chitarre introducendo le famose chitarre a pentagono sghembo, le Phantom, le prime chitarre costruite negli stabilimenti inglesi della Jennings.
1963. Dopo due anni la Phantom si evolve nel tipo mark II e la gamma comprende ben 17 tra chitarre e bassi e un bouzouki elettrico. Manici e corpi sono fatti da E. Gomme and Son e assemblati con elettronica e hardware negli stabilimenti Vox. Nel capitale entra il Royston Group che di fatto rileva l’azienda lasciando Jennings alla guida.
Alla fine del 1963 la Phantom si evolve nel tipo mark III e nasce la famosa forma a goccia (teardrop). Il prototipo con il ponte di una Stratocaster viene dato a Brian Jones dei Rolling Stones che la userà quasi esclusivamente nei due anni successivi.
Nel 1964 Vox sviluppa la chitarra organo, praticamente i circuiti di un Continental messi in una chitarra. La versione definitiva e più affidabile entrerà in catalogo solo nel 1966.
Lo sbarco in Italia, Crucianelli
Tutti vogliono una Vox, chitarra, tastiera o applicazione che sia. E la Thomas Organ di Chicago ordina una commessa per più di due milioni e mezzo di dollari di strumenti solo nel 1964.
Una richiesta impossibile da evadere con le capacità produttive interne. La qualità dei primi modelli prodotti in Inghilterra era scadente, ancora privi com’erano di regolazione della barra tendi-manico. La manodopera interna più costosa di quella italiana. Fu naturale rivolgersi ai produttori italiani. Vox probabilmente si era già fatta fare una campionatura di modelli semiacustici da Welson. Per le semiacustiche si rivolge a Crucianelli con i modelli Challenger, Lynx e i bassi Escort e Cougar e diverse acustiche sia folk che classiche di cui conserva anche la sigla originaria (C20, C80, C100…). Crucianelli non riesce a fornire le quantità richieste o non sembra garantire la qualità necessaria per le solidbody che stavano arrivando.
Eko
Jennings quindi si rivolge a Eko ma la condizione principale per la commessa fu di utilizzare acero per i manici. Il legno fu consegnato da una ditta slava nel maggio del 1965, che ci fa datare con una certa precisione l’inizio della produzione Eko per Vox. Inizialmente Eko affianca la produzione inglese di solid bodies facendo gli stessi modelli con nomi diversi, ma modelli nuovi e originali sono nell’aria.
A settembre viene disegnata la Mando Guitar, prodotta sia in Italia che in patria. Praticamente ogni studio di registrazione ne vuole una.
1966
Per Brian Jones viene prodotto il prototipo di un dulcimer elettrico, il Bijou.
Sempre nel 1966 alla fiera degli strumenti musicali in Gran Bretagna viene presentato un prototipo della Vox disegnato da Mick Bennett e Dickey Denney, denominato Kensington. L’esemplare modificato fu mostrato ai Beatles che la usarono durante le riprese di Magical Mistery Tour nel 67. Le modifiche riguardarono l’inclusione di effetti on board comandati da una simpatica bottoniera all’italiana. Questa chitarra in mogano con i corni a riccio e 24 tasti, è forse l’antesignana di tutte le chitarre con effetti incorporati che la Eko fece per Vox
Il boom delle vendite e l’allargamento della produzione alle tastiere elettroniche sembravano dover favorire l’apertura di un nuovo stabilimento, annunciato alla fine del 66, di proprietà al 48% della Eko di Recanati, il 30% della Thomas Organ Co. e il rimanente 22% alla Vox (Royston Group).
A novembre la JMI, Thomas e Eko si uniscono per fondare una nuova società, la EME. Sembra un successo destinato a durare nel tempo.
1967
Il 10 febbraio 1967 muore Oliviero Pigini; alla guida della Eko rimane Augusto Pierdominici e in aprile inizia la produzione di strumenti con effetti incorporati ed elettronica attiva, fuzz, repeat percussion, top boost, mid boost, bass boost, e un accordatore E-tuner. Nasce la Starstream, un’evoluzione della forma a goccia, e fanno capolino strumenti più tradizionali derivati da Barracuda e Dragon. I progettisti non sono più inglesi ma dell’americana Thomas. I campioni furono fotografati con una polaroid e Serrangeli le raccolse in un book che doveva essere la guida della produzione (ne vediamo una pagina in anteprima per gentile concessione di Remo Serrangeli – maggio 1967).
Nell’estate dello stesso anno inizia la produzione della ultima Vox: la Marauder, assemblata in Gran Bretagna con circa 400 manici e corpi italiani. La versione Special era dotata di elettronica attiva e la regolazione del truss-rod fu spostata sulla paletta per permettere di ospitare i circuiti. È stato il primo corpo della Eko fato in ontano su richiesta della Vox. la chitarra più brutta di sempre.
A settembre il gruppo Royston licenzia Tom Jennings dall’azienda che egli stesso aveva fondato vent’anni prima. Denney e Bennett lo seguono per fondare una nuova azienda, la JEI.
1968
Nel gennaio del 1968 cessa anche la produzione di chitarre in Inghilterra, quella dello stabilimento di Recanati termina nel ’69 lasciando i magazzini pieni di strumenti invenduti.
Vox si rivolgerà in Asia per il canto del cigno delle sue chitarre che comunque cesserà due anni dopo.
S.A.