Galanti
La Galanti è un’azienda di Mondaino, in Romagna a pochi chilometri da Recanati e dall’Adriatico. Il marchio Galanti è sempre stato sinonimo di fisarmoniche eccellenti sulle quali esiste una abbondante letteratura e un florido mercato. Come sempre le vicende legate alle chitarre sono un poco più oscure.
Il capostipite della dinastia fu Antonio Galanti, un giostraio ambulante attivo alla fine dell’800 tra le colline di Romagna e Marche. Antonio aveva la passione per la musica, estro creativo e buone capacità manuali e con l’inizio del nuovo secolo, verso il 1917, iniziò la produzione di organetti e fisarmoniche. Nel 1924 venne fondata la Fratelli Galanti da tre dei suoi otto figli: Egidio, Robusto (Robert) e Domenico che contestualmente emigrano negli Stati Uniti e iniziano a importare e vendere le fisarmoniche fatte in Italia. A New York nasce la R. Galanti & Bro. – familiare ai newyorchesi per il grande negozio aperto a Broadway. Dopo la guerra la Fratelli Galanti a Mondaino è guidata da Angelo, figlio minore di Domenico e frutto di un rapporto extraconiugale.
La cosa probabilmente fu la causa di qualche diffidenza tra i due rami familiari che intrapresero strade diverse. Una, quella di Angelo, specializzata in fisarmoniche, vibrafoni e chitarre. L’altra famosa per l’elettronica e le tastiere.
Oltre che fisarmoniche la Fratelli Galanti produsse circa 16.000 chitarre dal 1962 al 1967 per poi chiudere nel 1968 anche a causa della morte prematura di Angelo, deus ex machina dell’azienda.
Si iniziò a progettare le chitarre abbastanza presto, forse nella seconda metà del 1962. Era prodotto tutto internamente tranne i pickup, (acquistati nella vicina Castelfidardo da Nando Marchetti) e le chiavette dell’olandese Van Gent. Si organizzò un reparto interno per la lavorazione di ponti e vibrati e ci si avvalse del talento di Francesco Maioli (1907-2005) per la messa in produzione e il design. Il figlio di Maioli ricorda un episodio illuminante a proposito:
Mio padre era un falegname provetto e fece domanda di assunzione nella fabbrica di fisarmoniche «Galanti». Ottenne del lavoro a cottimo, ovviamente pagato in nero [sic][:-)]: costruire a casa l’involucro esterno delle fisarmoniche, a tanto al pezzo. Quando i suoi prodotti arrivarono in fabbrica misero in crisi l’organizzazione: non sapevano come aprirli perché non trovavano le giunture fra un componente e l’altro. Non perché non ci fossero, ma perché erano fatte straordinariamente bene. Fu assunto a tempo indeterminato e vi fece una rapida carriera fino al più alto livello nel ramo tecnico.
Abbiamo sempre creduto che le Galanti appartenessero a quella seconda generazione di costruttori che iniziarono dopo il 1965, praticamente dopo l’era delle chitarre rivestite di celluloide. Non deve essere stato facile passare dall’idea alla realizzazione di un modello da zero e senza esperienza. La produzione a regime e la commercializzazione deve essere iniziata verso il 1964 e gli esemplari rivestiti di celluloide sono veramente pochi. Galanti ha utilizzato rarissimamente il celluloide a brillantini, preferendo un rivestimento a imitazione del legno, forse formica, o forse un’impiallacciatura. Le chitarre erano decorata con delle fasce bianche sui bordi lungo il corpo che risolvevano (al modo di Meazzi) la giunzione tra le due applicazioni superiore e inferiore del rivestimento.
Le chitarre solid body Galanti sono costituite per la grande maggioranza da un unico modello universalmente conosciuto come Grand Prix. In realtà crediamo che la definizione sia stata una trovata pubblicitaria. Il materiale promozionale aveva come slogan «Grand Prix Guitars» riferendosi alla tradizione dei premi dati in occasione delle Fiere Internazionali o dalle organizzazioni di settore. Non c’era fabbrica che non fosse Premiata! Lo saranno anche le fornerie qualche anno dopo. I modelli Galanti venivano identificati con la sigla 3002 e 3003 per le chitarre a due o tre pickup e 4000 per il basso. Una caratteristica singolare delle Galanti era quella di avere l’accesso alla regolazione del truss rod sia alla paletta che alla fine del manico vicino al corpo come faceva Bartolini.
Le Galanti vendute sotto altri marchi sono rarissime, Le uniche che presentano la paletta senza logo, hanno la scritta sul battipenna: Jetstar, Continental e Tonemaster. Nel 1967 fu invece fatta una produzione più consistente per il marchio Goya, probabilmente come subfornitura alla Zerosette e denominate Panther.
La Fratelli Galanti non produsse mai né organi, né elettronica, ma sicuramente venivano commercializzati amplificatori per chitarra e fisarmonica.