Marinucci
Ci è voluto un certo tempo per finalmente identificare il brand di queste splendide chitarre che non mostrano alcun nome, solo lo stemma della città di Recanati e lo stesso che i vigili urbani hanno sulla divisa. Ma l’esperienza insegna che quando c’è un enigma non risolto con le chitarre marchigiane, la soluzione risiede spesso nelle fisarmoniche della zona. Così mi sono accorto che le fisarmoniche targate Marinucci portavano precisamente lo stesso logo: bingo!
Chi era Marinucci? Una azienda creata a Recanati nel 1922, che fu attiva fino ai primi anni ’80. Negli anni ’50 era fra i principali esportatori italiani di fisarmoniche. Il fondatore Erideo Marinucci fu un pioniere nella conversione del settore verso le tastiere con la costruzione di organi elettrici a ventola (quelli di Marinucci hanno suoni di armonium per poveri, perché appunto erano intesi così, ma che si godono oggi uno statuto super-vintage che suscita un certo culto). All’inizio degli anni 60 Erideo Marinucci acquistò un terreno vergine esteso su più di 25.000 mq, vicino al centro di Recanati, Via Ceccaroni, e vi fece sorgere una gigantesca fabbrican che però non iniziò mai a produrre strumenti musicali e fu ceduta a Oliviero Pigini che vi impiantò gli stabilimenti della Eko. (jm)
Le chitarre marchiate e distribuite da Marinucci sono state prodotte sia da Gemelli che da Bartolini e il modo migliore per distinguerle è il profilo della giunzione tra la parte superiore e inferiore del corpo. La soluzione di Bartolini vedeva un angolo maggiormente arrotondato e sinuoso rispetto a quello dei gemelli Cingolani.
Per complicare la vita dei collezionisti e degli appassionati segnaliamo il marchio Marinucci usato per distribuire chitarre giapponesi in Nuova Zelanda. La famiglia di Eridaneo sembra estranea ed è più probabile che un importatore di fisarmoniche Marinucci abbia iniziato a usare il marchio anche per la linea di chitarre. Appare anche un marchio Marunuci che sembra il riadattamento di marinucci fatto probabilmente da un concorrente.