Champagne, Domaine Pommery. From left: Antonio Di Mauro, Carmelo Catania, Vincenzo Jacobacci. (courtesy Giovanni Catania)
Sicily &
Southern Italy
La Sicilia è stata per buona parte del ‘900 uno dei grandi poli di produzione di strumenti musicali in Italia. Anche se forse lontana dagli standard qualitativi degli strumenti ad arco di Cremona e dai mandolini napoletani e romani, la Sicilia si conquistò rapidamente la fama di terra di liutai.
Una città in particolare fu uno straordinario concentrato di laboratori e artigiani che producevano negli anni 60 decine di migliaia di strumenti. La ragione di tale concentrazione fu la crisi della maggiore fabbrica di strumenti catanese prima della guerra: Puglisi e Reale.
La famiglia Puglisi iniziò a costruire strumenti musicali a Catania dal 1820. Giuseppe Reale, nato nel 1852, figlio di un costruttore di pianoforti e organi nel 1880 fondò una delle più importanti fabbriche italiane per la produzione di strumenti musicali. Dopo il 1906 la denominazione sociale diventa G. Puglisi Reale e Figli, che erano Concetto e Michelangelo. Sia Michelangelo Puglisi che suo figlio Salvatore ebbero un ruolo attivo dal 1909. Erano creatori instancabili di violini, viole, archi, chitarre, mandolini e violoncelli. Dopo la morte di Salvatore intorno il 1920 il genero Buccheri assunse la guida della fabbrica ma varie controversie legali ne fermarono la produzione provocando la fuoriuscita di molti lavoratori che fondarono ciascuno la propria azienda dando vita a l’incredibile concentrazione di liutai a Catania e un’ondata migratoria verso la Francia che diede origine a una formidabile scuola di liuteria Francese. Si ricordino, tra gli altri, i liutai catanesi Pappalardo, Di Mauro, Amico, Anastasio, Busato, Bucolo, Castelluccia, Favino, Olivieri, Burgassi, Martella, Grizzo, Rossito, Petillo…
La fabbrica fu infine distrutta durante la seconda guerra mondiale dai bombardamenti del 1943. Anche se si tentò di riprendere la produzione molti membri della famiglia originale Puglisi migrarono in USA, Canada e Australia.
A Catania invece si creò un vero e proprio polo produttivo di decine di artigiani che realizzavano strumenti o parti anche per conto terzi. Si produceva anche quasi tutto il semilavorato per Calace, quasi tutte le chitarre distribuite da Meazzi e le prime chitarre distribuite da Pigini col marchio Giemmei.
Fare un censimento di tutti i liutai siciliani è opera ardua e forse fuori degli obiettivi di questo sito ma ospiteremo volentieri i contributi di chi si voglia cimentare.
Throughout the 900 Sicily was one of the most relevant production centres of musical instrument together with The Marches and Lombardy. Set so far away from the high standards of the arch instruments made in Cremona and from the quality of the Neapolitan mandolins, Sicily was quickly renown as the land of luthiers. Curiously, all Sicilian luthiers were born in Catania, at the feet of Etna, the volcano.
The poor economy of the region highly contributed to the huge migrant wave in the 20s towards France that gave birth to an extraordinary school of French luthiery. The luthiers from Catania are to be mentioned: Pappalardo, Di Mauro, Amico, Anastasio, Busato, Bucolo, Castelluccia, Favino, Olivieri, Burgassi, Martella, Grizzo, Rossito, Petillo…among many others.
Luthiers in Sicily were always open to both the Baroque influence from Spain and to the innovations coming from Europe and The States. The first great star among Sicilian luthiers was surely Carmelo Catania who was the only one to understand that the image of the luthier had to become more of a businessman to survive on the internal and international market. Carmelo Catania’s golden age was from the end of the war to the 60s. The cultural and economic situation brought Carmelo Catania to produce an incredible wide range of crafted instruments on industrial scale. The few pages of his catalogue here reported show his skills in bringing together all the different external influences in a typically Sicilian sensitivity. Carmelo Catania was probably the first luthier to organize himself industrially, promoting himself, exporting guitars, settling commercial alleys and trades. He created a real production headquarter in Sicily making instruments or parts on behalf of third parties.
Carmelo Catania is known to most for having made the first guitars belonging to Claudio Baglioni e Domenico Modugno and like Eko contributed to the circulation of guitars in Italy producing many acoustic entry-level models throughout the 60s.
To make a census of all Sicilian luthiers is very hard work and may be not in this site objectives but we welcome any contribution by who would like to try.