Francesco Abramo – Abramusic
A cura dell’ingegner Giuseppe Porto – Catania
Francesco Abramo inizia nei primi anni ’50 nella bottega di via Messina, la strada delle solfatare e dei “magazzeni” per la lavorazione degli agrumi. negli anni ’60 a causa dello sviluppo urbanistico intrapreso dalla città di Catania si assiste all’abbandono delle solfatare, il decentramento del mercato degli agrumi, e lo sventramento di via Messina per far posto al nuovo asse viario di viale Africa. Abramo trasloca nella nuova bottega di piazza Ottorino Respighi, in quella che sarà la sua casa fino alla fine dell’attività…
In questa nuova bottega, composta da due locali e da un cortile in cui vengono verniciati gli strumenti, comincia a costruire chitarre elettriche, le forme diventano sempre più ardite e passano dalle prime spalle mancanti a forme più geometriche (chitarre a V o triangolari pure) fino ad arrivare a sagome organiche, come una chitarra solid body a forma di farfalla mai portata a termine e decorata dai giovani frequentatori del laboratorio. È di questo periodo la collaborazione con la milanese Meazzi.
Abramo riesce a mantenere aperta la bottega fino all’inizio degli anni ’90, periodo in cui deve piegarsi alle nuove logiche del mercato abbandonando del tutto l’attività ma non i locali in cui la stessa si svolgeva. Fino alla fine dei suoi giorni, infatti, ogni lunedì aprirà le porte del negozietto per ospitare qualche amico desideroso di suonare insieme ad altri talenti sconosciuti o a nomi altisonanti della musica classica isolana, utilizzando qualcuno dei pochi strumenti rimasti invenduti e appesi alle pallide pareti della seconda stanzetta.
Nascosta in un angolo della bottega, su un piccolo solaio che fungeva da copertura allo sgabuzzino, si poteva intravedere la chitarra personale del maestro. Era una chitarra classica dal colore fortemente ambrato che si concludeva con una paletta-gioiello, alla cui fine era incastonato un diamante di legno dipinto in giallo topazio. Con questa chitarra il Maestro si presentava ogni anno al festival della canzone siciliana, trasmesso dalla principale emittente dell’isola, per schierarsi tra le fila dell’orchestra… malgrado il fatto che non sapesse suonare una singola nota!