Early Welson Solid-Bodied Guitars 1962 second half

by Jack Marchal

Two mint examples of classic Welson solid bodied guitars, with their new big chrome pickups. This version was available from mid-to-late 1962 to early 1963.

The simple floating bridge imitates the device Eko used two years earlier for its 400 series and discarded by late 1961. Both guitars shown here still have their original bridge, which is pretty rare.

Both are also showing on body back an accordion-style ‘cloudy’ mother-of-pearl celluloid. This finish is often found on guitars of this generation, and only of this one. The blue sparkle guitar sports a unique (or very rare) mottled pickguard.

A majority (roughly two thirds) of Welson celluloid covered solid bodies have four pickups. Unlike the Eko, Crucianelli, Bartolini-Gemelli guitars (and the Hagström Standard that inspired them all), the four pickups aren’t coupled two by two but are all are at regular spacings. Given their width and their plastic surrounds, they actually entirely fill the gap between bridge and fretboard, which gives those guitars their unique look.

Due esempi immacolati di classiche solidbodies Welson con i nuovi grandi pickups cromati. Questa versione era distribuita nei ultimi mesi del 62 e l’inizio del 63.

Il semplice ponte flottante si ispira di quello che la Eko usava due anni prima per le sue 400 e abbandonò prima della fine del 62. Entrambe le Welson qui mostrate hanno conservato quello originale, caso assai poco frequente.

Tutte e due hanno inoltre sul retro un celluloide madreperlato ‘nuvoloso’, del tipo per fisarmoniche. Questa finitura si osserva spesso sulle chitarre della presente generazione, e solo su essa. Eccezionale (e forse unico) il battipenna marmorizzato della blù.

La maggioranza (circa i due terzi) delle Welson rifinite con celluloide hanno 4 pickups. Contrariamente alle Eko, Crucianelli, Bartolini-Gemelli (e alla Hagström Standard che le ha ispirate tutte), i 4 pickups non sono montati a coppie ma sono tutti ad intervalli regolari. Infatti, data la loro larghezza e la presenza di cornici di plastica, riempiono tutto lo spazio fra il ponte e la tastiera, dando a questi strumenti il loro aspetto unico.

Beltone

Beautiful gold sparkle livery. The bridge looks original, the metal plate it rests upon maybe not. Tailpiece definitely not original.

The first Welson guitars imported in USA were distributed under the Beltone brand. Many people since then (not only in USA) still use to call any old Welson solidbody “a Beltone”, though only very few of those actually wore that logo.

Bella finitura dorata a brillantini. Il ponte sembra originale ma riposa su una placchetta metallica che forse non lo è. Attaccacorde chiaramente non originale.

Le prime Welson importate in USA vennero distribuite sotto il marchio Beltone. Molti (non solo in USA) hanno conservato l’abitudine di chiamare quasiasi vecchia Welson una “Beltone“, benché pochissime portavano effettivamente questo logo.

Yet another golden beauty, also located in USA but who calls herself a Welson. Bridge obviously non original. Only one in five guitars in this series was equipped with three pickups. Pickguard is white. Black pickguards are a little bit more common than white ones, but this is in a sort of 45 :55 ratio. It seems black or white was randomly chosen, not related in any way to body color.

Quest’altra aurea bellezza si trova anch’essa in USA ma è targata Welson. Ponte ovviamente non originale. Solo un quinto delle chitarre di questa serie furono fatte in configurazione 3 pickups. Battipenna bianco. Il battipenna nero è un pochino più diffuso di quello bianco, ma è in un rapporto vicino a 45:55. La scelta fra bianco e nero era meramente aleatoria, non sembra che fosse correlata in alcun modo al colore del corpo.

The marking on the tremolo assembly reads ‘Patented’ instead of ‘Brevettato’, which testifies that the device wasn’t made before mid-1962. The generally elusive vibrato arm is there and is original, a near miracle. The bridge is a German made replacement part.

The sparkle-striped pattern is slightly off axis. Furthermore the combination of stretching and shrinking processes involved as the celluloid foil was heat-molded on body top made so that the stripes tend to follow the curvaceous shaped contour: as a result a true work of op-art was obtained.

L’incisione sul vibrato riporta ‘Patented’, non più ‘Brevettato’. Basta questo per attestare che il dispositivo è fatto a partire dalla seconda metà del 1962. Presenza quasi miracolosa della generalmente introvabile leva originale. Il ponte invece è un ricambio di origine tedesca

Il motivo a righe è leggermente fuori dall’asse. Inoltre, i fenomeni combinati di estensione e retrazione intervenuti quando la pellicola di celluloide e stata applicata a caldo sulla parte superiore del corpo hanno fatto sì che le righe tendano a seguire le curvature della sagoma: e così venne ottenuta una vera opera di optical art.

Two-pickup Welsons aren’t that common, they accounted for approximately 10% only of all those manufactured. One of them was player by a member of the Portuguese group ‘Os Tartaros’, based in Porto. The band was a typically pre-Beatles outfit with its matching suits, its ‘ye-ye’ style and some instrumental hits heavily inspired by the Shadows.

The picture on the sleeve was obviously shot in 1963. The Welson (lead?) guitar is flanked by a matching set of two brand new Höfners, two models introduced in early 1963: on the left a 175 guitar of the very first generation (vibrato with a smaller footprint on body, non-adjustable brige), and on the right an extremely rare six-string 188 bass (a barytone with a vibrato…).

A rare Höfner 175 from 1963 with exactly same specifications and crazy red-gold brocade vinyl finish is part of our friend Ugo’s collection.

Le Welson a due pickups non sono tanto comuni, rappresentano solo circa il 10% della produzione totale. Una di esse è finita fra le mani di un chitarrista del gruppo portoghese ‘Os Tartaros’, dalla città di Porto. Questi Tartari erano un tipico complesso dell’era pre-Beatlesiana con i vestiti assortiti, il suo stile: ‘ye-ye’ e vari pezzi strumentali fortemente ispirati dagli Shadows.

La foto sul disco è evidentemente stata fatta nel 1963. La chitarra (solista?) Welson è circondata da due Höfner allora tutte nuove, con la stessa rifinitura, due modelli introdotti all’inizio del 1963: a sinistra una 175 nella primissima versione (vibrato con placca più piccola sur corpo, ponte non regolabile), e a destra un rarissimo basso 6 corde tipo 188 (una baritona con vibrato…).

Una rara Höfner 175 del 1963 con esattamente le stesse specifiche e lo stesso pazzesco rivestimento in vinile rosso/oro figura nella collezione dell’amico Ugo.

This guitar unites some interesting features:

The splendid finish is one of the most typical Welson is known for (almost certainly this marble celluloid was primarily designed to grace Meazzi drums)

Gold plated pickups. Some kind of deluxe version?

Perhaps related to this, the tuners are very rare Van Ghents with teardrop covers and cream-perloid button Body back prefigures the prevalence of black finish in the next generations.

Questa chitarra unisce caratteristiche interessanti: Uno splendido decoro marmorizzato fra i più tipici che hanno fatto la fama di Welson (un celluloide che quasi certamente era previsto inizialmente per ornare batterie della Meazzi)

Pickups dorati. Sarebbe qualche versione lusso? Forse a questo poposito, le chiavette sono rarissime Van Ghent con coperture a goccia d’acqua e bottoni perlinati/crema. Il retro del corpo prefigura la dominanza della finitura nera delle generazioni successive.